Le iniziative organizzate dalla DIAPSI Valle d'Aosta

Giornata mondiale della salute mentale

13 ottobre 2005

Da Caritas Italiana riflessioni e spunti per un impegno a vari livelli

Nel mondo 450 milioni di persone soffrono a causa di una malattia mentale, quasi un milione i suicidi in un anno.
Tra il 1993 e il 1999 c'è stato un aumento del 400% delle assenze dal lavoro per motivi psicologici.
Eppure il malato di mente è quasi ovunque ancora un problema da rinchiudere in grandi ospedali psichiatrici, con costi elevatissimi, piuttosto che una persona da curare in modo efficace ed accessibile. Nei paesi sviluppati tra il 44% e il 70% dei malati non sono trattati, nei paesi del Sud del mondo la percentuale sale al 90%.
Un terzo della popolazione mondiale (circa 2 miliardi di persone) vive in paesi che dedicano alla salute mentale meno dell'1% del loro budget sanitario. Il 25% dei paesi non ha una legislazione relativa alla salute mentale, più del 40% non ha una politica di salute mentale e più del 30% non ha alcun programma di salute mentale.
In Europa una persona su quattro vive nel corso della propria vita un episodio significativo di malattia mentale. Circa 3 milioni di adulti (nella regione europea dell'Oms) soffrono nel corso della vita di schizofrenia e nel 33% dei casi questa ha inizio durante l'adolescenza.
L'Italia è forse il paese con la legislazione tra le più "illuminate", un modello per l'intera Europa, ciò nonostante continuano ad esistere strutture paradossali come gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, luoghi di reclusione e non di cura.
In linea generale possiamo dire che efficaci ed integrati programmi di sanità pubblica e un buon lavoro di prevenzione/informazione possono ridurre gli anni di vita vissuti con sofferenza, i decessi, lo stigma, la povertà.
La prevenzione, però, come ci richiama il tema di quest'anno, va strutturata in relazione all'intero arco di vita.
È necessario allora che la comunità - e la sollecitazione è rivolta in modo particolare alle comunità cristiane – faciliti i rapporti tra malati, la famiglie e quanti sono preposti alla cura.
Molte Caritas nazionali sono già impegnate in quest'ambito con progetti in tutto il mondo. Caritas Italiana ad esempio – accanto ad una molteplicità di altri interventi internazionali – offre sostegno e affiancamento al programma di salute mentale in Serbia e Montenegro. Quattro gli ospedali psichiatrici coinvolti: tre in Serbia (Gornja Toponica, Kovin e Vrsac) e uno in Montenegro (Podgorica).
Duplice l'obiettivo: migliorare le condizioni di vita dei pazienti, formare il personale, con la consulenza di esperti psichiatri italiani, per favorire processi di deistituzionalizzazione e di reinserimento.
In Italia anche parecchie Caritas diocesane operano con modalità diverse, dopo una lettura attenta dei bisogni nei differenti territori e grazie alla formazione di volontari ed al coinvolgimento di intere comunità parrocchiali.
Appartamenti, centri diurni, laboratori, borse-lavoro, ascolto telefonico, gruppi di auto-mutuo aiuto. Servizi che non vanno a sostituire le risposte istituzionali, ma che rappresentano tentativi di rispondere in modo sempre più adeguato ai bisogni dei malati di mente ed un'opportunità in più di reinserimento e socializzazione.
Nel 2005 Caritas Italiana, grazie alla gestione dei Fondi Cei relativi all'8x1000, ha contribuito al finanziamento di 28 progetti di altrettante Caritas diocesane (11 al nord, 12 al sud e 5 al centro) per un importo pari a Euro 2.340.000, circa la metà del costo complessivo.
La giornata mondiale della salute mentale offre l'opportunità di approfondire e fare il punto su quanto si sta facendo o si è fatto, così come su quanto si conta di fare o sulle necessità prioritarie nel proprio territorio. Informare, sensibilizzare, coinvolgere.
Ma anche indirizzare, accompagnare e al tempo stesso vigilare sulle risposte date dai servizi. Sono impegni che ogni comunità è chiamata ad assumersi